«La mia idea di vino è fare un vino che si possa bere. Odio la definizione “vino da meditazione”. Per me il vino è un qualcosa da abbinare al pasto, che esalti le sensazioni del cibo. Deve essere un prodotto conviviale, com’è sempre stato nella nostra storia, qualcosa che aggiunga piacere alla festa. Oggi vanno molto i vini morbidi, “piacioni”, io amo invece quelli “verticali”, freschi, con belle acidità e
Beppe Rinaldi
Non è facile avere a che fare con Beppe Rinaldi; può decidere che gli vai a genio, e fermarsi con te a lungo, così come anche gentilmente liquidarti con una battuta. Se ti chiamano “Citrico”, ci sarà bene un motivo. Avevo invano provato a intervistarlo per due anni di seguito, alla manifestazione di Vini Veri, a Cerea. Non c’ero riuscito, protetto com’era da un fitto capannello di amici con cui
Stefano Mancinelli
Arrivo in paese, e mi basta chiedere che subito vengo indirizzato alla cantina di Stefano Mancinelli. Un cortile, e un ingresso che è anche rivendita ed esposizione dei prodotti. Il locale è piccolo e affollato. Alla cassa c’’è Fabio, il padre di Stefano. Poi, a sistemare bottiglie sugli scaffali, lo stesso Stefano, il figlio Luca, con maglia dell’Inter, e Valentina, che da una mano in negozio. Stefano ha il fisico
Augusto Cappellano
È impossibile non provare simpatia per Augusto Cappellano. Alto alto e magro magro, con in testa un cespuglio di forma mutevole, sempre pronto al sorriso. Sembra un ragazzino, anche se ormai di anni ne ha più di quaranta. Siamo in periodo di vendemmia, e non gli è stato facile trovare una mattina da dedicarmi. Lo raggiungo nella sua cantina di Serralunga d’Alba; oltre alla vendemmia, ci sono anche i muratori,
Moroder
“Siamo nella zona di produzione del Rosso Conero, piccola Doc marchigiana; è stata la prima ad essere istituita, nel 1967. Dal punto di vista geografico è sono le colline intorno al monte Conero. È un’area limitata, di circa 400 ettari di vigneti. Il Conero è un promontorio montuoso circondato dal mare, pochi chilometri a sud di Ancona. L‘azienda è all’interno del Parco Naturale del Monte Conero, una zona molto vocata
La Distesa
Corrado Dottori ha un fisico nervoso, atletico, capelli lunghi e arruffati, baffi e pizzetto da moschettiere, un atteggiamento sicuro di sé. Sembra sempre leggermente altrove. Più che distratto, assorto. E, quando si parla di lui, bisogna tener presente la sua metà, Valeria. Non è un modo di dire, Valeria e Corrado insieme fanno uno. Unità non divisibile. Arrivo in azienda di buon mattino, accolto dai figli, Giacomo e Giulia, che
Monte dei Ragni
Zeno mi accoglie con poche parole, sembra pesarle tutte. Mi ricorda Erri De Luca, lineamenti marcati, silenzi pensosi e improvvise accelerazioni, considerazioni originali e battute spiazzanti. Parlare con Zeno è ossigeno per il cervello. Frequento il mondo del vino da qualche anno, e i danni della comunicazione globale sono evidenti, sento ripetere gli stessi concetti cantina dopo cantina, giuro che la prossima volta che “il mio vino è espressione del
Collestefano
È la prima volta che attraverso l’Alta Valle del fiume Esino e, complice la luce radente del pomeriggio, sono stato preso dall’intenso desiderio di chiamare tutti gli amici per dire “presto, prenotate le prossime vacanze a Matelica!”. Campi di grano e girasoli, vigne e grandi querce, e sullo sfondo gli appennini azzurri. È l’unica vallata delle Marche che non segua la direzione ovest-est, e non corra verso il mare, ma
Capecci San Savino
Trovo Simone al centro del grande cortile, che dirige il traffico delle uve in arrivo. Dalla vigna sta salendo il trattore, con i cassoni pieni d’uva. Simone fa una rapida ispezione ai grappoli e assaggia qualche chicco. Dà una mano per le manovre di scarico, e per riportare i cassoni vuoti sul rimorchio, e poi con il muletto impila rapidamente quelli pieni. Ogni tanto fa un controllo alla pigiatrice, che
Luciano Sandrone
Sono nell’azienda Sandrone, a Barolo, in compagnia di Barbara Sandrone. La mia intenzione era di intervistare il padre, Luciano, ma Barbara mi fa capire che oggi è impossibile, sono in vendemmia, è troppo occupato. Decidiamo di passare comunque a salutarlo. “Sento fischiare da questa parte, sicuramente è in cantina”. Barbara, per localizzare l’attivissimo Luciano, si orienta seguendo il suo fischiettare. Troviamo Luciano intento a spalare via le bucce da un
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